Mercato M&A in Italia: nei primi 9 mesi chiuse operazioni per 27 miliardi di euro.

M&A in Italia: nei primi 9 mesi operazioni per 27 mld/€

M&A Italia: nei primi 9 mesi del 2017, 567 operazioni per 27 miliardi di euro, in riduzione del 31% rispetto ai 39,2 mld dei primi 9 mesi del 2016.

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Milano, 29 settembre 2017 – Il mercato M&A italiano nei primi 9 mesi del 2017 ha registrato 567 operazioni per un controvalore di 27 miliardi di euro, in riduzione del 31% rispetto ai 39,2 miliardi dei primi 9 mesi del 2016.

 

“Il mercato è vivace, persino superiore allo scorso anno in termini di numero di operazioni” sostiene Max Fiani, Partner KPMG e coordinatore del Rapporto M&A “mancano però all’appello le grandi operazioni. In alcuni casi si tratta di transazioni già annunciate che devono essere finalizzate. Basti pensare alla fusione tra Luxottica e la francese Essilor, che si candida ad essere una delle operazioni più importanti per controvalore mai realizzate sul mercato M&A italiano per circa 24,3 miliardi di euro”. In questo caso l’intervento della Commissione Europea in tema di concorrenza rischia però di far slittare il closing al 2018.

 

Sempre nell’ambito delle operazioni annunciate, da seguire con attenzione gli sviluppi relativi all’operazione Abertis. Atlantia infatti ha avanzato a maggio la sua offerta per la società di gestione autostradale spagnola per circa 16 miliardi di euro; ma in Spagna si attendono un’eventuale contro-offerta da parte di un player nazionale.

 

A livello settoriale, i “Financial Services” registrano il maggior peso sul controvalore totale: 10,7 miliardi di euro, pari al 40% del controvalore totale del mercato. Da segnalare, in particolare, le cessioni da parte di Unicredit di Pioneer Investments e Bank Pekao, rispettivamente ai francesi di Amundi per 3,5 miliardi di euro ed ai polacchi di Powszechny Zakład Ubezpieczeń S.A. per 2,36 miliardi di euro. Importanti a livello di sistema, ma a contributo nullo in termini di controvalore per il mercato M&A, sono state le acquisizioni delle good bank (Etruria, Marche e Carichieti per UBI; Cariferrara per BPER e le Popolari venete per Intesa SanPaolo), la cui proprietà è stata trasferita alla cifra simbolica di un euro.

 

Rilevante anche il contributo dei comparti Support Services & Infrastructure con 83 operazioni per un controvalore di circa 3,8 miliardi di euro e di Energy & Utilities (53 operazioni, controvalore di circa 2,6 miliardi di euro). 

 

Nelle Infrastrutture in particolare si è distinta Atlantia, che, in attesa di notizie sul fronte Abertis, ha ceduto il 12% di Autostrade per l’Italia incassando 1,8 miliardi di euro (Allianz e Silk Road Fund gli acquirenti) ed acquisito una quota rilevante (29%) dell’Aeroporto Guglielmo Marconi di Bologna per circa 165 milioni di euro.

 

Nel settore “Energy”, invece, protagonisti sono stati i soliti noti: Enel ha investito circa 650 milioni di euro per aggiudicarsi la gara pubblica per la privatizzazione di CELG Distribucao, indetta sul finire dello scorso anno dal governo brasiliano tramite la banca nazionale per lo sviluppo; ENI ha aperto ai big player petroliferi mondiali le concessioni relative al gas field con la cessione del 10% di Zohr a British Petroleum per circa 350 milioni di euro; un ulteriore 30% sarà rilevato dai russi di Rosneft nei prossimi mesi. Si attende inoltre il completamento dell’OPA di Fri-El su Alerion Clean Power.

 

In linea con l’anno passato rimane forte l’interesse degli investitori esteri verso gli asset italiani: 188 operazioni in ingresso per un controvalore di circa 12,7 miliardi di euro. Particolarmente rappresentativa è l’acquisizione del Milan da parte di investitori cinesi per 520 milioni di euro. Più rilevante sotto il profilo industriale è l’operazione con cui gli statunitensi di Tennant hanno rilevato dal fondo Ambienta, IPC Cleaning, uno fra i principali produttori europei e mondiali di macchine e attrezzature per il professional cleaning in cui il fondo aveva investito a fine 2015. 

 

Rallentano invece gli investimenti in operazioni straordinarie delle società italiane, che hanno speso un totale di 14,3 miliardi di euro nei primi nove mesi del 2017: 6,7 per rilevare 266 societ  italiane e 7,6 per 113 acquisizioni all’estero (a settembre 2016 la spesa totale era stata pari a 16,6 miliardi di euro).

 

All’interno dei confini nazionali risultano interessanti l’acquisizione della Banca del Mezzogiorno - MedioCredito Centrale da parte di Invitalia – agenzia per lo sviluppo di proprietà del MISE – per 390 milioni di euro e l’ingresso di Poste Italiane nel capitale di SIA (278 milioni di euro per una quota di minoranza) nel settore finanziario. Segnali di consolidamento anche nel mercato del cemento, con Buzzi Unicem che ha rilevato la bresciana Cementizillo per 60 milioni di euro.

 

Nel segmento cross-border out, si sono distinti il Gruppo Techint, che hainvestito 1,5 miliardi di euro per acquisire il 100% del capitale della brasiliana CSA Siderurgica do Atlantico da Thyssenkrupp e nuovamente Exor, che dopo l’acquisizione della statunitense Partner Re - perfezionata nel 2016 – ha proseguito nel progetto di espansione nel settore assicurativo in Nord America acquisendo la canadese Aurigen per circa 260 milioni di euro. Sempre il Nord America, quest’anno è stato “terra di conquista” di alcuni nomi noti del settore Consumer. Campari, Lavazza e Ferrero hanno infatti acquisito rispettivamente le statunitensi Bulldog e Fannie May e la canadese Kicking Horse Coffee.

 

Dopo un 2016 in cui i mercati azionari sono stati caratterizzati da forte incertezza, imputabile alla Brexit, alle elezioni presidenziali negli Stati Uniti ed al referendum costituzionale, torna a crescere il numero di IPO. Ad oggi, si sono registrate 19 quotazioni.


Interessanti quelle degli operatori finanziari doBank e Banca Farmafactoring (che hanno raccolto rispettivamente 343 e 274 milioni di euro), anche se i riflettori sono puntati sul ritorno sui listini nazionali di Pirelli dopo quasi 2 anni di assenza (previste sottoscrizioni per quasi 3 miliardi di euro). 

 

Un contributo importante, infine, è ascrivibile alle quotazioni sull’AIM (9 nei primi 9 mesi del 2017) ed all’utilizzo, semprepiù frequente, delle SPAC come mezzo per la quotazione di medie imprese. Space2 ha portato in borsa Avio e con la liquidità in eccedenza sta finalizzando la business combination di Space3 con Aquafil; anche Orsero, SitGroup e PharmaNutra sono state ammesse alle negoziazioni tramite SPAC. Sei nuovi
veicoli hanno raccolto quest’anno complessivi 700 milioni di euro.

 

Piuttosto debole l’apporto dei fondi di Private Equity: le 71 acquisizioni effettuate hanno generato un controvalore complessivo di circa 820 milioni di euro (erano stati più di 5 miliardi nei primi 9 mesi dello scorso anno, con sole 5 operazioni in più). La metà delle operazioni ha registrato l’acquisizione di asset italiani da parte
di operatori esteri, principalmente britannici, statunitensi e francesi.

 

“L’eccesso di liquidità presente nel sistema negli ultimi anni ha portato i Private Equity ad investire sugli asset più interessanti a multipli record, alzando le aspettative di prezzo dei venditori.” conclude Fiani “In questo scenario, i Fondi sono sempre più selettivi e questo approccio sta rallentando la loro operatività”.

Nel complesso la pipeline relativa alle operazioni annunciate si attesta su un controvalore stimato intorno ai 37 miliardi, che includono il controvalore stimato dell’operazione Luxottica-Essilor, ma non quello di Atlantia-Abertis, in attesa di notizie più precise sulla sorte dell’offerta della holding della famiglia Benetton.

 

 

 

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