Per le aziende del futuro serve un’agenda per l’innovazione manageriale

Per le aziende del futuro serve innovazione manageriale

Per non essere travolti dal cambiamento servono nuovi modelli organizzativi e un nuovo stile di leadership digitale.

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Domenico Fumagalli

Partner, Audit

KPMG in Italy

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Per le aziende del futuro serve un’agenda per l’innovazione manageriale

La digital transformation impatta su società, individui, assetti organizzativi e processi aziendali

Negli ultimi 20 anni, a fronte di un’innovazione tecnologica radicale e sistemica, il pensiero manageriale è rimasto in ritardo.

La digital transformation, frutto di un’interazione complessa di tecnologie quali Robotic Process Automation (RPA), Business Process Management (BPM), sistemi di Cognitive Automation ed Artificial Intelligence, piattaforme estese di ‘D&A’ (Data & Analytics), sta modificando radicalmente il nostro modo di vivere e di percepire la realtà.  Una ‘tempesta perfetta’ che sta determinando un cambiamento pervasivo che ha implicazioni profonde, non solo per la società e gli individui, ma anche per gli assetti organizzativi e per l’operatività dei processi aziendali

Un nuovo linguaggio manageriale per rispondere alla disruption

Il vantaggio competitivo che dura più a lungo è quello derivante dall'innovazione manageriale.

Il modello culturale di riferimento degli ultimi 50 anni, soprattutto nel tessuto imprenditoriale italiano, si basa sui concetti di ‘controllo ed efficienza’ ed è figlio di una concezione tayloristica e scientifica dell’organizzazione del lavoro.

L’evoluzione verso il nuovo modello di business data-driven richiede la disponibilità di una nuova strumentazione manageriale per ridisegnare gli assetti organizzativi delle imprese secondo un modello sense & respond all’insegna della centralità del cliente, della capacità di anticipare il futuro, dell’adattabilità e della rapidità di risposta

Attualmente lo scenario è in una fase di transizione in cui si osserva una sovrapposizione tra tradizionali modelli funzionali di tipo gerarchico con nuovi modelli organizzativi ancora in via di definizione. Serve un radicale change management della cultura manageriale prevalente

Nuovi modelli di business: dalle ‘aziende piramidali’ alle ‘aziende a rete’

Occorre superare gli schemi tradizionali piramidali ‘top-down’ con la reingegnerizzazione dei processi secondo logiche organizzative orizzontali e 'a rete'.

Un primo elemento di trasformazione riguarda il superamento dei tradizionali modelli organizzativi piramidali ‘top down’ secondo logiche organizzative orizzontali basate sulla condivisione della conoscenza: logiche ‘a rete’, con tanti piccoli team autonomi, ma interconnessi, dove le persone possono esprimere il proprio potenziale creativo. Per mantenere livelli di coordinamento serve una cultura diffusa della collaborazione e della condivisione delle informazioni. L’impiego di piattaforme digitali permette di mantenere il controllo anche di team decentrati. Questo viene definito modello agile che consente anche alle corporation di innestare nelle grandi organizzazioni il concetto di imprenditorialità e attenzione al cliente, evitando derive burocratiche. 

Gli ‘ecosistemi’ per l’innovazione.

Gestire la disruption tecnologica in sinergia con gli stakeholder.

L’innovazione tecnologica non nasce dall’interno del business. Per far nascere idee innovative le aziende devono dialogare e collaborare con gli stakeholder: fornitori, clienti, università, startup e altri partner, secondo la filosofia dell’open innovation. È il modello di business delle aziende platform based in cui grazie alla digitalizzazione si creano ecosistemi basati su connessioni tra persone che scambiano idee e servizi e condividono conoscenza.  Il processo di produzione dell’innovazione è il punto di arrivo di un lavoro interattivo e multidisciplinare, capace di collegare la combinazione di nuove idee grazie ad una traiettoria sperimentale e applicativa secondo logiche making and experiencing.

Le competenze del futuro

Dalla capacità di interpretare i Big Data a quella di trasformare l’informazione in insights utili per il business.

Secondo il recente sondaggio Global CEO Outlook realizzato da KPMG su un campione di 1.300 top manager di aziende e multinazionali attive a livello globale la maggioranza degli executive vede la digital transformation come un’opportunità. A fronte di questa visione ottimista emerge la consapevolezza che, una volta concretizzati gli investimenti IT, la vera sfida è quella di adottare e di sfruttarne pienamente tutto il potenziale delle nuove tecnologie. In questa prospettiva, tra le priorità manageriali dei prossimi anni per il cluster dei manager italiani intervistati c’è l’inserimento di figure di Data Scientist, esperti di Cybersecurity e di Intelligenza Artificiale. 

Sempre secondo la Global CEO Outlook di KPMG, gli Amministratori Delegati sono consapevoli di dover intraprendere importanti processi di reskill per guidare la trasformazione digitale delle loro imprese. Servono nuovi leader digitali in grado di conoscere e parlare il linguaggio dell’innovazione per riuscire a catturare l’attenzione dei millennials

La leadership digitale

Competenze digitali, visione sistemica e di condivisione per una ‘leadership di servizio’

In dinamiche sempre più caotiche, ma allo stesso tempo sempre più interdipendenti e connesse, per l’affermazione di nuovi modelli organizzativi occorre un nuovo stile di leadership, caratterizzato da una visione sistemica e spirito critico.

Si tratta di una leadership digitale improntata ai principi della trasparenza e della condivisione della conoscenza, capace di abbandonare i modelli tradizionali fondati su gerarchia e centralizzazione dei processi decisionali per approdare verso culture organizzative più orientate alla collaborazione, alla cooperazione e alla co-gestione dei processi conoscitivi

La leadership digitale del 21° secolo dovrà essere essenzialmente una leadership di servizio, impegnata cioè nel servire gli altri, siano essi clienti, dipendenti o la comunità.

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